Caso Vannini: arrivano gli anni di reclusione
A quasi tre anni di distanza dall’inspiegabile delitto di Marco Vannini, il 19enne ucciso a Ladispoli, nella villetta della sua fidanzatina, forse potrebbero arrivare le sentenze della Corte d’Assise di Roma: imputata per il delitto tutta la famiglia di Martina Ciontoli, la fidanzatina appunto di Marco. E così per Antonio Ciontoli, il padre della ragazza, indicato come colui che ha sparato al giovane, il pm di Civitavecchia ha chiesto 21 anni e 3 mesi di reclusione per omicidio volontario. L’uomo ha sempre sostenuto che il colpo sia partito per errore, ma le troppe incongruenze e le bugie iniziali non hanno mai convinto gli inquirenti.
ANNI DI RECLUSIONE
Per la fidanzata di Marco, Martina Ciontoli, così come il fratello Federico e la madre dei due ragazzi, Maria Pezzillo, imputati anche loro per omicidio volontario in concorso, che si sono visti riconoscere le attenuanti generiche, sono stati così richiesti invece 14 anni di reclusione. Per l’ultima imputata, rinviata a giudizio per omissione di soccorso, ovvero Viola Giorgini, la fidanzata di Federico Ciontoli, sono stati chiesti due anni di reclusione.
DICHIARAZIONI DEL PM
Il pm non mette in dubbio che il colpo sia partito per errore, ma “di fronte di uno sparo colposo i quattro hanno scelto di ritardare i soccorsi e fornire ricostruzioni fuorvianti”, impendendo così che Marco si potesse salvare. “Hanno taciuto tutti la verità supportando con il silenzio e le menzogne l’operato del padre mentre Marco emetteva urla disumane. Invece avrebbero potuto chiamare il 118 dicendo subito quello che era successo perché lo sapevano, tutti e quattro, invece hanno scelto di mentire”.
Fonte: Fanpage