Dina Zirlott oggi è madre di 3 bambine. Ha 31 anni e vivve in Alabama con il compagno. Su Huffpost Us ha raccontato la sua drammatica storia. E non sono mancate le critiche, quando ha confessato che avrebbe preferito subire un aborto ritardato invece che mettere al pianeta sua figlia. Lei che a 17 anni è stata violentata, a diciotto ha partorito e a diciannove anni ha detto addio a quella bimba deceduta per una malformazione.
La donna quando era una ragazza è stata violentata da un suo amico che aveva invitato a vedere un film da lei. 3 mesi dopo lo stupro i suoi voti, prima brillanti, cominciarono a precipitare. Lasciò le cheerleader, e si ammalò. Cominciò a dimagrire. E a pensare di uccidersi. La mamma non si era in nessun caso accorto di nulla, finché otto mesi dopo non trovò sotto al letto un libro su come superare una violenza. Pianse e le chiese perdono.
La mamma la portò dal ginecologo. E il test di gravidanza risultò positivo. Dall’ecografia ha scoperto che da lì a poco avrebbe avuto una figlia. La dottoressa aveva un’altra brutta news per lei: la bimba soffriva di un difetto congenito per cui il cervello non sviluppa emisferi cerebrali, riempiendosi di liquido cerebrospinale. Il feto si sviluppava, ma la piccola sarebbe nata cieca, sorda, senza capacità cognitive e molti altri disturbi.
La malattia non era compatibile con la vita. La donna cominciò a incolparsi di quello che stava accadendo. Sua mamma chiese quali fossero le opzioni. Era all’ottavo mese, ma non poteva abortire, in Alabama non si poteva fare. Era tardi. E anche andando in un altro stato per un aborto ritardato, non avrebbe in nessun caso fatto in tempo. Lei aveva già subito un trauma. Adesso doveva subirne un altro. Lasciò la scuola, dove incontrava sempre il suo aggressore, ma non se la sentiva di denunciarlo. Zoe Lily nacque il 27 ottobre del 2005. Aveva angoscia di toccarla per causarle altro dolore. Ha vissuto per un anno amata dalla sua famiglia. Prima di spegnersi.
Nel frattempo Dina ricominciava a vivere. Si iscrisse ad un corso per infermieri dove aveva un unico amico. Che successivamente sarebbe divenuto suo compagno. Quando Zoe morì si sentiva sollevata, perché aveva smesso di soffrire, ma anche enormemente in colpa per quella vita non vita che aveva vissuto. Il dolore l’accompagna ancora oggi, tuttavia siano passati 12 anni dalla sua scomparsa e sebbene lei oggi abbia 3 figlie.